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Una panoramica europea dei sistemi di ADR

Una panoramica europea dei sistemi di ADR
di Laura Di Domenico
Addetto Stampa CONCILIA LEX

A Vienna nei giorni scorsi si è tenuta la Conferenza dei ministri della Giustizia dei Paesi del Consiglio d'Europa; in tale occasione, la Commissione Europea per l'efficacia della giustizia (CEPEJ), organo deputato a promuovere la qualità dei sistemi giuridici e valutare il servizio pubblico della giustizia, ha presentato il 4° rapporto di valutazione dei sistemi giudiziari europei.

Sebbene il rapporto contiene dati aggiornati al 2010 relativi a 46 Paesi Europei, Concilia Lex ha ritenuto importante analizzarlo in quanto il documento, oltre ad offrire un interessante confronto dei vari sistemi giuridici in Europa, dedica un intero capitolo alle ADR – Alternative Dispute Resolutions.

L’organismo di mediazione ed ente di formazione per mediatori campano, Concilia Lex S.p.A., sempre informato su eventi che toccano la mediazione civile anche al di fuori dei confini nazionali, evidenzia i punti salienti che emergono dal documento della CEPEJ.

Da un’attenta analisi emerge che sono ben 40 gli Stati europei che prevedono un sistema di ADR (mediazione, arbitrato, conciliazione ed altre tipologie) in quanto ritenuti strumenti validi per migliorare l’efficienza giudiziaria ed offrire agli utenti metodi di risoluzione delle controversie più celeri e soddisfacenti.

Nella maggior parte degli Paesi ci sono almeno 2 forme di ADR: mediazione e arbitrato. Solo quattro Stati (Azerbaijan, Bulgaria, Repubblica Ceca e San Marino) non offrono alcuna forma di ADR.

Il sistema di ADR più diffuso è la mediazione: nella maggior parte degli Stati la mediazione è condotta da professionisti privati appositamente formati, come in Italia, in altri esistono “court annexed mediation” ovvero tribunali, giudici che offrono il servizio di mediazione, in altri ancora (Austria, Belgio, Croazia, Francia, Grecia, Serbia e Turchia) sono i Pubblici Ministeri ad effettuare mediazioni prevalentemente in casi penali.

Con differenze considerevoli da Stato a Stato, il ricorso alla mediazione si applica nelle controversie civili e commerciali, nei casi relativi al diritto di famiglia, nelle casistiche di diritto del lavoro (per lo più si tratta di licenziamenti) e nei procedimenti penali. In una minoranza di Paesi si ricorre alla mediazione anche per risolvere problematiche di carattere amministrativo.

Infine, il Rapporto in questione riporta dati approssimativi circa il numero di mediatori accreditati nei vari Paesi Europei tra il 2006 e il 2010; i Paesi Bassi registrano un numero relativamente elevato di mediatori (oltre 20 ogni 100.000 abitanti). Non sono riportati dati concernenti i mediatori in Italia dove la mediazione civile e commerciale ha fatto il suo ingresso ufficiale solo con l’emanazione del Decreto Legislativo 28/2010.

Tali dati e soprattutto l’esperienza positiva dei paesi Europei che già da diversi anni applicano con successo l’istituto della mediazione sono segnali importanti che confermano la validità della procedura conciliativa. Secondo Concilia Lex la mediazione civile si farà largo anche in Italia se le istituzioni ne incentiveranno l’utilizzo e la promozione e se verranno attivati i dovuti controlli sugli organismi di mediazione e su tutti gli operatori di giustizia. Inoltre Concilia Lex prevede o meglio auspica l’estensione nell’alveo della mediazione di altre materie quali la materia contrattualistica, amministrativa, tributaria e del lavoro con un’ adeguata e precisa regolamentazione.

In allegato il capitolo dedicato alle A.D.R. tratto dal Rapporto CEPEJ 2012.

Documenti utili


Rapport_CEPEJ 2012.pdf

Scarica il file Rapport_CEPEJ 2012.pdf in formato pdf

 

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