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Lettera di un mediatore No alla quota di iscrizione agli organismi

Lettera di un mediatore - No alla quota di iscrizione agli organismi
di Laura Di Domenico
Addetto Stampa CONCILIA LEX

Evidenziamo “il grido di dolore” del Mediatore Professionista, Dott. Emiddio Esposito, che in una lettera pervenuta all’organismo di mediazione campano Concilia Lex, denuncia una situazione di fatto, alquanto discutibile: molti organismi di mediazione, nel territorio campano e non solo, hanno stabilito una quota d’iscrizione – definita dal Dott. Esposito come la “tassa della speranza” – a carico dei mediatori iscritti negli albi degli organismi stessi.

Cosa ben nota a Concilia Lex che sin dall’inizio ha ritenuto non giusto applicare una tassa d’iscrizione ai propri mediatori per una ragione molto semplice: in questa fase di start-up, caratterizzata da una mole di lavoro ovvero di mediazioni non ancora cospicua, non sembra opportuno gravare economicamente su giovani professionisti che già hanno investito tempo e denaro in corsi di formazione per porre le basi su cui costruire una carriera nel mondo della conciliazione e dell’A.D.R.

Si tratta di una scelta, coerente con la politica aziendale di Concilia Lex, che è quella di favorire la diffusione della cultura della mediazione ed offrire all’utenza un servizio di mediazione di qualità circondandosi di mediatori seri e competenti che condividono lo spirito e la mission della conciliazione e dell’organismo di cui fanno parte.

Concilia Lex ritiene più proficuo per i mediatori investire in corsi di specializzazione ed aggiornamento in mediazione per diventare altamente esperti e competitivi nel settore di riferimento.

Esprimiamo solidarietà unita ai nostri migliori auguri per la sua carriera al professionista Emiddio Esposito di cui riportiamo fedelmente e integralmente il testo della sua lettera.

La quota d’iscrizione agli organismi di conciliazione.
La tassa della “speranza”, ma chi ne beneficia?
LETTERA APERTA A TUTTI I MEDIATORI PROFESSIONISTI

Molti organismi di conciliazione stanno invitando i propri mediatori a regolarizzare, entro il 31 dicembre c.a. , il pagamento della tassa d'iscrizione. Qualche organismo, ben noto, annovera qualcosa come circa 3000 iscritti e chiede a cotanti professionisti 250,00 € circa, fate un poco i conti (750.000 € in un solo anno): e che business, qui siamo a livello di grandi aziende, altro che mediazioni (senza svolgerne una). Questa é una tassa inverosimile ovvero una "tassa per la speranza". Considerato che molti giovani hanno investito in tale professione con dei corsi, sarebbe più giusto dare loro lavoro ancorché chiedere soldi e magari chissà quando svolgeranno un incontro di mediazione.

A tutt'oggi le mediazioni che si svolgono mediamente sono ancora poche e non crediamo che moltissimi mediatori riusciranno a recuperare la tassa richiesta. L'esempio di cui sopra (3000 mediatori in un solo organismo) è dirompente, infatti occorrerà svolgere 3000 mediazioni, circa 250 al mese (sempre nello stesso organismo) per poter accontentare tutti, con una controversia ciascuno, l'importo dell'indennità per lo stesso mediatore poi, dovrebbe, più o meno, essere superiore al secondo o addirittura terzo scaglione del prospetto delle indennità del ministero della giustizia, in tutti i casi. Non è questo lo spirito dell'istituto della mediazione, non è il business sulle iscrizioni quello a cui hanno puntato i legislatori a partire dalla legge delega del parlamento europeo.

Lo spirito giusto, in tutti i sensi, quindi anche nel caso in questione lo ha interiorizzato bene e lo promuove in tutte le sedi, l’organismo di CONCILIA LEX grazie alla propria deontologia e l’ inappuntabile interpretazione dell’intero istituto della conciliazione: CONCILIA LEX, che si avvia al suo secondo anno di attività, non ha mai chiesto nessuna quota, nessun tipo di elargizione ai propri mediatori, cosa che la rende sicuramente tra le più serie e più affidabili organizzazioni tra tutti gli organismi iscritti al Ministero della Giustizia. L’organismo in questione si sta distinguendo e non poco in questo nuovo panorama della giustizia sia in direzione delle nuove opportunità per i giovani professionisti sia per i grandi vantaggi di cui beneficeranno l’utenza finale e gli apparati della giustizia in genere.

I soldi, semmai si guadagneranno, sia per gli organismi che per i mediatori stessi, saranno frutto di una profusione d'impegno serio e costante negli anni, e di una buona professionalizzazione e specializzazione in questo genere di A.D.R.. Prendendo ad esempio ciò che avviene in questi giorni con il nostro governo, almeno stando alle indiscrezioni, sembra che si vogliano mettere le mani nelle tasche dei soliti malcapitati che avrebbero bisogno di aiuti ed invece si ritrovano sempre a contribuire.

Emiddio Esposito
Mediatore Professionista

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