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La Sicilia è terra di mediazione

Presso la Corte di Assise del Tribunale di Siracusa, il 21 aprile scorso si è svolto il convegno organizzato da Concilia Lex (su impulso dell’infaticabile Avv. Claudio Spada) dal titolo “Sicilia terra di mediazione e risoluzione dei conflitti”. Dai temi affrontati con taglio prevalentemente pratico ed i dati concreti (non frutto di fantasia e pregiudizio) si può affermare che il futuro ADR in Sicilia, ma non solo, è roseo e tutt’altro che utopico (termine caro alla brillante Prof.ssa Agata Ciavola docente di diritto processuale penale presso l’Università “Kore” di Enna), il che non vuol dire che il cammino sarà in discesa, perché non lo è e non lo sarà per una serie di motivi ben noti agli addetti ai lavori.

L’evento formativo è stato arricchito da interventi di palmare competenza, professionalità e passione (non parlo ovviamente del sottoscritto per non incorrere in un probabile rischio di stucchevole autoreferenzialità che non mi appartiene): ingredienti giusti per una spinta culturale a favore dell’affermazione dell’istituto della mediazione che rappresenta, in questo momento storico per il Sistema Giustizia, un'occasione per restituirgli una dignità persa ed un cambiamento necessario.

La Prof.ssa Ciavola ha messo in risalto l’utilità della mediazione penale a supporto ed integrazione della funzione retributiva della pena attraverso l’aspetto riparativo e quindi rieducativo della pena specialmente nel contesto del diritto processuale minorile. Potenziare tale istituto comporterebbe degli effetti positivi soprattutto in favore dell’attenuazione della devianza minorile. L’accademica catanese ha inoltre stigmatizzato le esperienze positive in alcuni centri di mediazione italiani(Bari, Torino, Foggia, Milano e fino a poco tempo fa anche in Sicilia) che hanno supportato alcuni Tribunali per i Minorenni concludendo con l’auspicio di una diffusione più capillare dell’istituto, affinché un qualcosa che oggi appare utopia in un futuro molto prossimo diventi realtà.

L’intervento del sottoscritto, mirava ed invitava a prendere atto del cambiamento radicale che necessita la Giustizia e dell’esigenza di averne un’idea al passo del 21° secolo, sorpassando l’idea di un anacronistico monopolio della giurisdizione ordinaria che deve condurci a considerare il concetto che ogni controversia ha una soluzione adeguata e quindi, per ottenere questo risultato, il baricentro dell’analisi di una controversia si sposta anche verso dei paradigmi non esclusivamente giuridici. La seconda parte del convegno, moderato con garbo e competenza dall’Avv. Giuseppina Cicero, si è incentrato sul punto di vista di due giovani e valenti magistrati oramai noti nel panorama giurisprudenziale di merito nazionale: si può tranquillamente affermare che dei Giudici Stefania Muratore ed Alessandro Rizzo ne sentiremo parlare anche nel futuro.

La Dr.ssa Muratore, ha esposto con ottima capacità di sintesi e chiarezza diversi temi, non scevri da difficoltà ermeneutiche, oggetto della mediazione ed affrontati dalla magistratura più attenta e sensibile a questa delicata tematica. Dalla proposta del giudice e quella del mediatore, all’eventuale utilizzo in giudizio della consulenza tecnica esperita in mediazione ed alle evidenti differenze dell’usucapione affrontata nella stanza della mediazione rispetto a quella accertata nel giudizio ordinario.

Infine e per ultimo, ma solo per ordine cronologico, è stato il turno del Dott. Alessandro Rizzo che con un taglio abilmente pratico ma altrettanto competente, ha analizzato, attraverso la lente di statistici su base nazionale, i riflessi dell’istituto della mediazione sul Sistema Giustizia italiano. Sul punto i numeri dicono che, dal 2010 in poi (anno che coincide con l’introduzione normativa della mediazione civile e commerciale) si registrano dei dati sostanzialmente positivi: prevale su tutti quello fondamentale riferito allo smaltimento di giudizi pendenti e cioè se paradossalmente è aumentata la durata media per ottenere una sentenza di primo grado, in questi sette anni, in Italia, l’arretrato di giudizi è notevolmente diminuito, tanto da risultare al primo posto in Europa in questa graduatoria decisamente virtuosa nonostante siamo detentori del titolo di maglia nera nella classifica generale per l’efficienza del Sistema Giustizia.

A cura del Responsabile Scientifico Concilia Lex Avv. Pietro Elia

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