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Il ruolo del giudice in mediazione

Può sembrare un paradosso, ma la mediazione istituto stragiudiziale, deve molto in quest’ultimi anni alla sensibilità dei giudici la sua progressiva affermazione sia sotto il profilo culturale che statistico (i numeri ministeriali parlano di un significativo avanzamento delle mediazioni demandate).

Ovviamente la conoscenza dell’istituto della mediazione o perlomeno la sua attenzione da parte della magistratura non è uniforme, ma siamo in una fase di allargamento, grazie ad una corposa e significativa giurisprudenza, al momento di merito, che ha indotto consapevolmente tanti avvocati a prendere le distanze da un’eccessiva visione monotematica di tipo giurisdizionale in favore di un concetto più ampio che prende atto che per ogni controversia esiste una soluzione ottimale che non sempre o non necessariamente debba essere sancita in nome del popolo italiano e cioè tramite una sentenza.

In questo panorama, ovviamente spicca il Progetto Nausicaa della Prof. Lucarelli, che per il tramite del Laboratorio Unaltromodo ha creato un modello virtuoso tramite un vero e proprio ponte tra il mondo accademico e quello dello iurisdictio. Questo modello ha indotto un impiego corretto della mediazione occorre partire dall’idea che non sia solo un modo per decongestionare la giustizia civile, ma la ricerca di una nuova centratura della giustizia dove mettere al centro le persone, per far crescere la cultura della mediazione, della ricostruzione dei legami comunitari e della regolazione pacifica dei rapporti sociali.

Questa pratica collaborativa ha creato un modello in cui resta centrale il dialogo processuale tra giudice e parti nella fase preparatoria del procedimento per lo smistamento del traffico di controversie. Quindi un percorso collaborativo costruito attraverso una serie di discussioni che permettono il superamento di questioni senza decisione, oppure senza decisione ( questioni preliminari o pregiudiziali, chiamate terzi, istanze di prova): in ognuna di queste discussioni e decisioni il giudice prospetta la sua opinione, consentendo alle parti di essere consapevoli del conflitto e delle possibilità di soluzione tramite la propria autonomia negoziale.

In quest’ottica avremo il rilancio dell’udienza civile come luogo dove non solo si discute di diritto, ma si scava nei fatti che comporta un modo di analizzare ed affrontare le liti secondo paradigmi anche metagiuridici. A cura del Responsabile Scientifico Concilia Lex Avv. Pietro Elia

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