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Estate 2017: le vacanze di un magistrato…

“Come di consueto, settimane di vacanza in Sardegna.. Di inconsueto c'è che, per la prima volta in assoluto, nella mia ultratrentennale carriera di magistrato, non ho lavorato durante le vacanze (come peraltro è normale per i giudici che approfittano di quella pausa dalle udienza per scrivere provvedimenti).. Ciò grazie ai risultati della proposta del giudice (art.185 bis) e della mediazione demandata (art.5 D.lgs.28/2010), consistenti nel radicale abbattimento del numero di sentenze da scrivere.”

Quello che avete appena letto è un post pubblicato recentemente su un social network dal dott. Massimo Moriconi, giudice del Tribunale di Roma, il quale pone lo spunto per alcune considerazioni.

Nonostante i significativi risultati di alcuni veri e propri “pionieri” della mediazione demandata, come appunto il Giudice Moriconi, che hanno contribuito significativamente ad indurre il legislatore a stabilizzare la mediazione dopo una fase sperimentale di ben quattro anni, non si intravede, attualmente, una possibilità di incentivare l’attività oggettivamente virtuosa dei magistrati che hanno compreso le potenzialità dell’istituto, andando ad abbattere significativamente l’arretrato giudiziario che è l’unico segmento dove l’Italia primeggia positivamente a livello europeo. Al momento, l’unico criterio di “ produttività” del magistrato è dato dal numero di sentenze emesse, e quindi paradossalmente se l’attività ex arrt. 5 co 2 e 185 c.p.c., porta ad una diminuzione del numero di sentenze emesse da quel magistrato, si rischierebbe di incorrere in una valutazione negativa.

Al momento questo tipo di attività di natura “ deflattiva” non è valutata, quindi non è neanche valutabile poiché nel famoso SICID, che è il programma con il quale le cancellerie registrano il lavoro dei giudici, vengono annotate solamente il numero di sentenze emesse ogni anno. A questo punto ci domandiamo se sia così difficoltoso inserire, da parte del Ministero, la rilevazione dei procedimenti conclusi con un accordo che rappresenterebbe un importante incentivo quanto quello del numero di sentenze emesse.

A cura del responsabile scientifico Concilia Lex S.p.A., avv. Pietro Elia

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