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In attesa dell’udienza della Corte Costituzionale CONCILIA LEX si rivolge agli avvocati

In attesa dell’udienza della Corte Costituzionale CONCILIA LEX si rivolge agli Avvocati
di Laura Di Domenico
Addetto Stampa CONCILIA LEX

Manca meno di un mese ad uno degli appuntamenti giudiziari più attesi: l’udienza della Corte Costituzionale che entro il 6 febbraio dovrà pronunciarsi sulla legittimità della mediazione obbligatoria.

E’ stata difatti pubblicata l'ordinanza di rinvio del Tar del Lazio sulla Gazzetta Ufficiale n. 54 del 28 dicembre 2011, dedicata alle sentenze e ordinanze della Consulta.

Entro oggi le parti dovranno costituirsi e l'udienza dovrà essere stabilita nei 20 giorni successivi.

Intanto CONCILIA LEX S.p.A., organismo di mediazione ed ente di formazione presente prevalentemente in Campania ma anche in altre regioni italiane, va avanti per la sua strada consapevole del fatto che la mediazione civile e commerciale è una grande opportunità per l’intera comunità perché consente di poter contare su una giustizia alternativa più snella, veloce, conveniente e soddisfacente.

“Cittadini, enti, banche e imprese che si sono rivolti al nostro organismo per risolvere controversie civili e commerciali si sono resi conto dell’effettivo risparmio di tempo e denaro nel pervenire ad un accordo equo per entrambe le parti a differenza dei lunghi tempi e degli elevati costi giudiziari. Inoltre, la sentenza del giudice tende ad attribuire torti e ragioni, a stabilire un vincitore e un vinto mentre in mediazione grazie alla leva della comunicazione e del dialogo riattivati con l’assistenza del mediatore si ha l’opportunità di cooperare per arrivare ad una soluzione condivisa, gratificante ed accettata da entrambe le parti” spiega l’Amministratore Delegato Dott. Carmelo Cavallaro.

“L’obbligatorietà della mediazione serve a divulgare l’utilizzo di questo innovativo strumento di risoluzione dei conflitti che altrimenti rimarrebbe inutilizzato per via dell’ostruzionismo della categoria forense e della disinformazione della gente comune. L’Italia è un paese tradizionale e fortemente conservatore, poco incline alle novità e ai cambiamenti…ma la stessa vita è in perenne divenire e chi non si evolve o si adegua rischia di rimanere indietro. Penso che gli Avvocati non abbiano nulla da temere perché chi è preparato, competente e lungimirante continuerà a lavorare con o senza la mediazione. Ritengo che essi stessi dovrebbero assumere un ruolo attivo durante il procedimento di mediazione nell’interesse reale dei propri assistiti di giungere ad un accordo soddisfacente senza passare per la lunga trafila giudiziaria. Inoltre, gli Avvocati potrebbero dare un contributo valido al mediatore nella stesura dell’accordo in un’ottica di collaborazione e cooperazione. Incentivare la mediazione e adoperarsi per il buon esito della stessa è un fine nobile per una causa comune, specialmente in questo periodo di forte crisi economica e di elevato tasso di disoccupazione giovanile in quanto la mediazione, oltre a consentire una risoluzione delle liti con un minore impiego di costi e di tempi, permette anche a tanti giovani di intraprendere un nuovo percorso formativo e professionale e acquisire nuove conoscenze e competenze che, se ben utilizzate, potranno dar loro vere soddisfazioni. Eliminare l’obbligatorietà della mediazione, equivale a sopprimere la mediazione e vanificare gli sforzi non solo delle istituzioni ma anche e soprattutto di organismi, enti, mediatori e formatori che hanno investito energia, tempo e denaro in questa nuovo settore professionale” conclude il Dott. Cavallaro. “Invito dunque gli appartenenti alla categoria forense a deporre le loro ostilità e a comprendere quelli che sono i reali benefici derivanti dalla mediazione dando un loro fattivo contributo nel buon esito della procedura allargando così la sfera delle loro competenze e della loro professionalità”.

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